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Ausilia Giordano
| Tremula pulsazione
d’un esile boccio di fiore
nei prati infuocati di Gaza.
Col sole si apre ogni virgulto all’amore,
ma a Gaza solo arsura e polvere,
deflagri di ordigni e fumo nutron la vita.
L’esistenza di quel boccio a Gaza
è visione di nascita assopita,
la sua speranza è illusione infinita.
Ansima l’audace virgulto di fiore,
si dibatte sul suolo rovente,
solingo nella circostanza si sgomenta,
cercando un salvifico appiglio,
una goccia vitale
che ne disseti il respiro dolente.
Suon di granate e fragor di mitraglia.
E l’afa da imperterrito sole
sull’aspro suolo in ogni dove si staglia.
Né acqua da un minuto ruscello,
né un’intrepida nuvola
che ne nutra pietosa l’arsura.
La sua vita è un misero brandello.
Quale amara disavventura!
Nulla è più pesante del suo fardello,
Che fare? E l’attesa sul gracile stelo
da troppo tempo dura.
Non pioggia che offra frescura.
È un gridare che abbozza,
arsa è la faringe nel suo tormento,
e la voce dentro vi si strozza!
Si predicon nubi vaporose
e piogge leggere e, per il bell’apparire,
si annuncian lievi temporali.
Si prevede... Niente si avvede.
Nulla succede
sotto il torrido cielo senza rivali.
Solo vento e polvere
che dentro sopprimono senza uguali
il boccio di fiore sul suolo di Gaza.  | 

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Hanno inserito questa poesia nei propri segnalibri: - Antonietta Angela Bianco
Possiamo elencare solo quelli che hanno reso pubblici i propri segnalibri. |
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Bellissima. Grazie. (Marcella Usai)
! con abbraccio sf (Stefana Pieretti)
Alta sensibilità! (Giovanni Ghione)
Un abbraccio nel dolore Ausilia! (Giuseppe Mauro Maschiella)
Intensa e potente. Molto apprezzata. (Antonietta Angela Bianco)
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